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EMANUELA ORLANDI, INTRIGO INTERNAZIONALE
(I. MARTELLA, PONTE ALLE GRAZIE 2024)
A quarant'anni dalla sparizione di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, non esiste una «verità» riconosciuta.
Ilario Martella, incaricato all'epoca di indagare sull'attentato a papa Giovanni Paolo II del 1981 e, in prima battuta, sulle sparizioni di Emanuela e Mirella del 1983, inequivocabilmente legate ai fatti di piazza San Pietro, si propone oggi di ripercorrere la vicenda dal principio.
Smontate tutte le false piste spuntate in epoche più recenti, giunge all'unica soluzione possibile: i due casi fanno parte di un unico disegno criminale, di una gigantesca e articolata operazione di distrazione di massa compiuta da uno dei servizi segreti più efficienti e famigerati della Guerra fredda: la Stasi tedesca.
Onestamente ero curioso, acquistato per aggiornarmi sugli ultimi sviluppi di questa triste e intricata questione Italo-vaticana. Perché tale è.
Martella a mio parere fa due errori nel libro:
- si perde nei meandri della Stasi di fine anni '70 e inizio '80, con una montagna di dettagli e situazioni abbastanza inutili, tirando in ballo anche il KGB. Vogliamo credere davvero che se ci fossero stati dentro i servizi segreti russi, i rapimenti delle due ragazze (ammesso che siano collegati, Martella non ha dubbi su questo) sarebbero stati gestiti così, con confusione e pressapochezza? Per giunta in un Paese -il nostro- filo russo per certi versi (in quegli anni avevamo il più importante partito comunista dell'Occidente) ma appartenente al blocco occidentale e quindi asservito a USA e NATO?
- secondo errore: bollare la figura di Marco Accetti come un semplice pazzo con disturbi di personalità e narcisismo. Leggo nelle sue critiche una fervente antipatia personale, che nulla aggiunge al merito dell'indagine proposta dal libro. E anzi, questo giudizio miope e univoco, toglie attenzione invece a tale figura che invece è risultata -e sta risultando , vedi ultimi sviluppi di questi giorni- centrale nella vicenda, e quindi molto attendibile.
Le piste sono ben altre e dobbiamo guardare dentro, e non fuori le mura.