“Aldo dice 26 X 1”. Storia dell’operazione Liberazione

Hilter e Mussolini alla conferenza di Monaco nel 1938

Sono ore convulse. Vengono liberate Parma e Reggio Emilia. A Genova il comandante di piazza Günther Meinhold minaccia di distruggere il porto se i partigiani non lasceranno via libera ai suoi uomini. I tedeschi stanno infatti trescando con gli Alleati da tempi molto sospetti, con i primi segretissimi abboccamenti a febbraio 1945 e trattative condotte in Svizzera. Le notizie provenienti da Genova hanno allertato il 24 aprile il comitato insurrezionale di Milano: in città agiscono le Squadre d’azione partigiana e fuori le brigate della resistenza.

Milano nel caos

I corpi di Mussolini e di Claretta Petacci esposti per i piedi ad una pompa di benzina, presso Piazzale Loreto a Milano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I fascisti sono in fuga, ma a Milano i tedeschi conservano la calma ed evitano accuratamente di essere coinvolti negli scontri: gli ordini del generale SS Karl Wolff per alcuni sono incomprensibili, ma non per chi sa che proprio lui, comandante delle SS in Italia, ha raggiunto un’intesa per la resa con onore, come se nulla fosse accaduto dal 1943 in poi, come se non fossero esistite le stragi di Pietransieri, Marzabotto, Boves, Sant’Anna di Stazzema, le impiccagioni e le torture. Wolff ha fatto tutto all’insaputa di Mussolini e non deve stupire, considerato che ha agito anche alle spalle di Hitler. Mussolini, in un ultimo e disperato tentativo di autonomia politica, ha contattato il cardinale Ildefonso Schuster per aprire trattative dirette con il CLNAI in un incontro all’Arcivescovado, fissato per le 17 del 25 aprile.

I capi Raffaele Cadorna, Riccardo Lombardi e Achille Marazza lo fanno attendere per quasi un’ora, e non è una tattica, perché anche loro si trovano di fronte a un fatto nuovo. Quell’ora trascorre in un freddo e sterile colloquio con Schuster. Quando arrivano i rappresentanti del CLNAI Mussolini tende la mano a Cadorna che gliela stringe, e fanno lo stesso gli altri due, spiazzati da quel gesto ma senza celare l’imbarazzo. Il Duce ha con sé il Maresciallo Rodolfo Graziani, il sottosegretario Francesco Maria Barracu, il ministro Paolo Zerbino, il prefetto di Milano Mario Bassi e l’industriale Riccardo Cella.

Mussolini abbandonato dai tedeschi

Quanti furono realmente i partigiani

La Commissione per il riconoscimento delle qualifiche ne censirà 240.969 (compresi i 30.305 operanti all’estero). Quelli caduti, con esclusione dei civili uccisi per altre cause, risultano 44.720 (di cui 13.381 all’estero), mutilati e invalidi 21.186. Il prezzo più alto di caduti per la liberazione dell’Italia è stato pagato dai soldati della 5ª armata statunitense e dell’8ª armata britannica, con corpi d’armata e contingenti di diversi Paesi il più importante dei quali è il II Korpus polacco, rinforzato da reparti del ricostituito esercito italiano e dai patrioti apartitici della Brigata Maiella inquadrata militarmente nei suoi ranghi ma spacciata dalla vulgata resistenziale per brigata partigiana pur non facendo parte del CVL di Cadorna. I cimiteri di guerra su tutto il territorio della Penisola testimoniano come, dove e quando si cementò col sangue la conquista della libertà.

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